Categoria:
Rigenerazione
Indirizzo:
Via della Posta Vecchia, 1, 59024 Mercatale-San Quirico PO, Italia
Descrizione:
Nel 1813 Franco Meucci costruì nel centro di Mercatale un mulino a due macine. Dopo poco tempo, il mulino fu quasi del tutto distrutto da una piena del Bisenzio e venne poi ricostruito più grande, a tre piani, da Prospero Meucci, discendente di Franco. Nel 1893, al suo interno, vennero attivati, sopra ai locali delle macine, anche una bottega di alimentari ed un forno, con annesso un magazzino per il commercio dei cereali all'ingrosso. Per tutto l'Ottocento l'attività del mulino proseguì senza interruzioni.
Nel 1897 Amerigo Meucci, nipote di Franco, oltre alla macinazione del grano aggiunse all'attività un carbonizzo per la rigenerazione degli stracci e una stracciatura. Nel 1922 si ebbe un ampliamento del complesso, ormai sempre più a vocazione tessile, con la realizzazione di un reparto filatura. Qualche anno prima era già stata costruita la ciminiera, ancora oggi visibile anche se ribassata, e installata la prima turbina idraulica. Nel 1928 l'impianto molitorio venne completamente dismesso, mentre furono mantenuti il forno e la bottega di alimentari. La vecchia turbina elettrica venne sostituita da una più moderna, prodotta dalla ditta Riva di Milano, ancora oggi funzionante e visibile. Nel 1937 venne realizzata una tettoia in cemento armato dalla ditta Poggi, Gaudenzi & C., che collegava il corpo principale con il locale attiguo alla ciminiera. Nello stesso anno si iniziò anche la costruzione di altri tre edifici per la cernita degli stracci e la filatura.
Prima della Seconda Guerra Mondiale, l'azienda era ormai diventata una moderna impresa con numerosi operai, ma durante il conflitto subì la distruzione del corpo principale, che venne ricostruito non più su tre piani come in origine ma solo su due. A causa della loro vicinanza al regime fascista, nel dopoguerra i Meucci affittarono la filatura alla Ditta Ramagli e De Scala, mantenendo la gestione di carbonizzo e stracciatura. Nel 1955 fu creato il reparto tintoria e rinnovato l'impianto di carbonizzo.
Nonostante questo, l'azienda navigava in cattive acque e fu poi rilevata dal nipote dei Meucci, Vincenzo Pieraccini, e da Antonio Percolo, che crearono la Carbocoop, chiudendo però definitivamente i battenti nel 1988.
Nel 1990 l'edificio fu acquistato dall'amministrazione comunale che lo ha poi restaurato per ritrovare l'antico aspetto. Attualmente il complesso ospita un centro polivalente e il Mumat, il Museo del macchinario tessile, che illustra la storia recente della Val di Bisenzio e del suo passato industriale tessile, soprattutto del metodo di riciclo degli stracci, con macchine databili dalla fine dell'Ottocento a metà del XX secolo.
Ex edificio industriale appartenente al progetto di archiviazione a cura di SC17.
Data rilevazione: Marzo 2017